Nel processo di riciclo della carta e cartone da imballaggi, in cui l’industria italiana è all’assoluta avanguardia, avendo già superato lo scorso anno, con l’87,3%, il target europeo 2035 (85%), occorre adesso un ulteriore scatto in avanti. Bisogna realizzare impianti per completare il ciclo del riciclo per la gestione degli scarti per utilizzare fino in fondo il rifiuto, a differenza di quanto avviene oggi.
Lo ha spiegato il Direttore generale della Federazione Carta e Grafica, Massimo Medugno, a margine della presentazione della dodicesima edizione del rapporto “L’Italia del Riciclo” realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Fise Unicircular, con il patrocinio del Ministero della Transizione ecologica e di Ispra.
“La strategia nazionale sull’economia circolare – ha detto in particolare Medugno – dovrebbe viaggiare in stretta correlazione al Piano nazionale sulla gestione rifiuti in cui si parla di flussi significativi di rifiuti verso altri Paesi europei e si prende in considerazione la raccolta della carta per migliorare la qualità del riciclo”.
Le raccolte differenziate, ha spiegato Medugno, si fanno carico di impurità che nascono dalla raccolta urbana e che finiscono poi negli impianti di trasformazione in cartiera diventando rifiuti speciali. “È di fondamentale importanza la realizzazione di impianti per completare il ciclo del riciclo per la gestione degli scarti per utilizzare fino in fondo il rifiuto – ha concluso il DIrettore della Federazione Carta e Grafica -, evitando di arricchire i nostri competitori sovvenzionando con il nostro export di rifiuti l’economia circolare di altri Paesi”.
La questione, di grande importanza per la corretta impostazione della circolarità in una filiera che è ritenuta “faro” della transizione ecologica dal Governo ed è una punta di diamante per la generazione di materie prime seconde nel nostro Paese, è oggetti di una nota della Federazione Carta e Grafica inviata alla stampa e disponibile qui.