La Federazione Carta e Grafica presenta il consuntivo di un semestre molto positivo, ma che riserva anche note di preoccupazione, per due motivi: la crescita dei fatturati spinta dall’inflazione e il previsto rallentamento dal terzo trimestre. Una situazione che si incastra con le ansie suscitate dai rincari dell’energia, in una filiera che resta centrale sia per la stretta sinergia con i diversi settori industriali di cui è fornitrice – con carta, stampa e imballi – sia per il suo contributo all’economia circolare.
Sono queste, in estrema sintesi, le indicazioni che emergono dalla nota congiunturale emessa dal Centro Studi della Federazione (cliccare qui per la nota) con i consuntivi del primo semestre dell’anno e l’istantanea della situazione aggiornata a ottobre. Più in particolare, nel primo semestre si è registrata una forte crescita del fatturato (+31,4%), che arriva a quasi 16 miliardi (15,7 miliardi di €) dai 12 miliardi del primo semestre 2021, trainato sia dalle vendite interne (+30,9%), sia dall’analoga crescita dell’export (+32,2%). Il boom delle importazioni (+55,5%), che conferma rincari sostenuti anche dei prodotti provenienti dall’estero, determina un moderato calo del saldo della bilancia commerciale (-1,7%), che resta però di segno positivo.
“Nel terzo trimestre 2022 cambia lo scenario, influenzato dalla preoccupazione delle imprese per gli intensi aumenti dei prezzi dell’energia, conseguenza anche della guerra in Ucraina, e per le attese di un rallentamento macroeconomico italiano e internazionale”. Così commenta Carlo Emanuele Bona, Presidente della Federazione Carta e Grafica. “Cambio di scenario perché ancora nel primo semestre 2022 tutti i valori del complesso dei settori appartenenti alla Federazione Carta e Grafica (macchine per la grafica e la cartotecnica, cartario, grafico e cartotecnico trasformatore) presentavano crescite importanti (a due cifre) rispetto ai valori del primo semestre 2021, riflettendo però il sostenuto processo inflazionistico innescato dalla crisi energetica”.
L’analisi dei dati dei singoli settori, evidenzia un secondo semestre positivo per le macchine (+1,7%), come il terzo che rimane sugli stessi livelli.
Il settore cartario chiude il primo trimestre con un buon risultato (+ 4,5%), che diventa 1,7% nel secondo, mentre a luglio si evidenzia una riduzione del 5,7%, trend che si accentua in agosto (-20,8%), mese comunque tradizionalmente dedicato alle fermate manutentive.
Il settore grafico espone produzione stabile nel primo semestre, con il fatturato che aumenta del 22,2%, mentre si evidenzia un peggioramento nella terza frazione d’anno.
Nel cartotecnico i primi sei mesi registrano un incremento della produzione del +1,9%, al quale si associa, sempre per il fenomeno inflattivo, un + 26,2% del fatturato. Anche in questo comparto il terzo trimestre fa intravedere un rallentamento significativo.
Le crescite a due cifre del primo semestre, su base annua, non devono ingannare, perché riflettono il sostenuto processo inflazionistico innescato dalla crisi energetica. Il presidente della Federazione Carta e Grafica, Carlo Emanuele Bona, nel commentare i dati tende a ribadire che si tratta di “una filiera essenziale che deve essere considerata strategica anche in tempi di emergenza gas, come già avvenuto durante l’emergenza pandemica nel marzo 2020”.
In questa direzione, è fondamentale che il settore cartario venga considerato nel suo ruolo di insostituibilità anche come primo anello dell’intera filiera, che deve garantire forniture sicure di prodotti alimentari e farmaceutici e altro ancora, di vitale importanza per l’Italia e per la comunità europea. Inoltre, l’utilizzo delle carte igienico-sanitarie rappresenta un fondamentale presidio per l’igiene che, in questo momento ancora di emergenza sanitaria, diventa imprescindibile. Infine, la carta e la stampa sono indispensabili nel campo dell’informazione. Senza contare il settore delle carte speciali, usate, ad esempio, come filtri nel settore meccanico o nel medicale.
Da notare che nei primi 8 mesi 2022 il consumo di carta da riciclare , nonostante le interruzioni di attività del periodo estivo indotte dall’enorme onerosità dei costi energetici, si è confermato su livelli importanti, non distanti da quelli record del 2021 e sensibilmente superiori a quelli dello stesso periodo 2020: 3.837.000 tonnellate invece di 3.963.000 tonnellate (negli 8 mesi 2020 3.367.000 tonnellate)
Il testo diffuso alla stampa è disponibile qui.